Quanto è inquinata l’aria che respiriamo in Pianura Padana?
Cosa si intende per aria inquinata
Quando parliamo di aria inquinata, spesso citiamo il particolato atmosferico, cioè i famigerati PM10 e PM2.5. E di cosa si tratta? Sono piccole particelle solide e liquide sospese in aria, che vengono categorizzate in base alla loro dimensione in micron (1 micron è un millesimo di millimetro).
La normativa prevede che il superamento dei limiti giornalieri di PM10 (di 50 µg/m3) accada per un massimo di 35 giorni all’anno. Se consideriamo il Veneto, L’ARPAV, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale, spiega che oggi la media regionale conta circa 50 giorni di sforamento.
Nonostante i miglioramenti registrati nell’ultimo decennio, la situazione è ancora molto grave e molto rischiosa per la salute delle persone. Secondo le stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2021 almeno 253,000 persone sono morte nell’UE a causa dell’esposizione a valori di PM 2.5, superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale Sanità (5 µg/m3).
Perchè l’aria della Pianura Padana è così inquinata?
La conformazione del territorio e le condizioni meteorologiche tipiche di questa zona di sicuro non aiutano. La pianura padana è circondata dalle montagne ed è una zona dove la velocità del vento è tra le più basse d’Europa. Tutti questi fattori limitano il rimescolamento dell’atmosfera.
Ecco che gli inquinanti non vengono “spazzati via” dai movimenti dell’aria e tendono ad accumularsi vicino al suolo anche per periodi prolungati. Inoltre, la Pianura Padana è un’area molto densamente popolata e produttiva: anche se rappresenta solo il 13% del territorio nazionale, ospita oltre il 30% della popolazione italiana e contribuisce a circa la metà del Prodotto Interno Lordo nazionale. Immaginatevi l’impatto che tutto ciò ha sulla qualità dell’aria.
Come diminuire l’inquinamento dell’aria
L’inquinamento dell’aria è un problema complesso. E ci sono molti tipi di inquinanti diversi (il particolato atmosferico è solo uno di questi, ci sono anche inquinanti di gassosi) che sono generati da molti settori diversi.
È un problema che non può essere risolto senza ripensare il modo in cui consumiamo energia, scaldiamo i nostri edifici, o senza parlare di industria, trasporti, agricoltura. Dobbiamo assolutamente ridurre i consumi di energia e le emissioni. Per fortuna, abbiamo degli alleati: gli alberi.
Alberi per purificare l’aria
Gli alberi sono importantissimi per migliorare la qualità dell’aria, sia a livello di inquinanti gassosi sia di particolato. Ma come ci aiutano con i PM10 e PM2.5, e quali sono le specie più efficaci nel farlo?
Il meccanismo è piuttosto semplice: queste piccole particelle, sospese nell’aria e mosse dal vento, vanno letteralmente a sbattere sulla superficie delle piante e, in parte, ci si attaccano, accumulandosi sulle foglie. E così via fino a quando poi arriva la pioggia: in quel momento, le particelle, che sono depositate sulla pianta, vengono “lavate via”, trascinate dall’acqua per depositarsi sul suolo.
L’albero è quindi una sorta di filtro, una “trappola temporanea” per le particelle di PM10 e PM2.5, che grazie alla collaborazione con la pioggia riesce a fare la sua parte per migliorare la qualità dell’aria.
Non tutti gli alberi hanno la stessa capacità di catturare le polveri sottili.
In generale:
- 1. Più foglie (e quindi chioma più grande o più densa) significa maggior numero di particelle di inquinamento intercettate
- 2. Foglie tutto l’anno significa “filtraggio” attivo per più tempo. Per questo motivo, le piante sempreverdi sono tendenzialmente più efficaci di quelle che perdono le foglie.
Le migliori specie per la cattura degli inquinanti
Tra le specie più comuni nella Pianura Padana, se la cavano piuttosto bene il tiglio, l’acero, il bagolaro, il frassino e l’olmo. Cambiando ambienti, anche il cipresso, i vari tipi di pino, o il leccio (che è una quercia sempreverde) vanno molto bene. E quindi, da oggi, dovremmo piantare solo le specie più efficaci nel catturare il PM10? La risposta è no, non è così semplice!
Quando piantiamo degli alberi o creiamo delle nuove foreste non scegliamo le specie da piantare solamente in base alle loro capacità di catturare inquinanti, ma anche in base agli effetti positivi sulla biodiversità e alle caratteristiche dell’area.
La scelta delle specie da piantare deve tenere in considerazione tantissime variabili contemporaneamente, ed è per questo che dovrebbe essere affidata a professionisti del settore.
Piantare alberi per ridurre lo smog