Ciaspolare fa rima con ritmo lento e sostenibilità
Gli operatori turistici non ricordano una stagione con neve così abbondante per gli sci e gli sport invernali. Regole e limitazioni imposte dal Covid frenano non di poco gli entusiasmi di sportivi, turisti e di chi lavora nell’industria turistica. Le montagne rimangono lì, immobili ed immutabili – almeno in apparenza, per noi -, stupende, evocative: aspettano solo di essere vissute. Se si ama davvero la natura e l’ambiente, anche negli sport invernali bisogna stare attenti ad assumere dei comportamenti sostenibili e green, facendo le scelte giuste, tra una pista, uno scorcio innevato e l’altro. E allora perché non cogliere l’occasione per vivere la montagna in un modo diverso, alternativo, lento, ecosostenibile e che permetta di godersi il panorama, scoprendo nuovi luoghi distanti dal turismo di massa?
Attenzione però, le ciaspole non sono per tutti. Non ci sono impianti di risalita che ti portano vicino alla meta, a meno che non si prenda la seggiovia ma questo non fa parte dello “spirito delle ciaspole“: si va lenti e bisogna faticare e la fatica è l’essenza stessa di questa disciplina. Armarsi di pazienza, porsi con uno stato d’animo lento e rilassato è condizione imprescindibile per godersi la giornata: d’altro canto, non esiste per l’uomo movimento più naturale del camminare – sulla neve, sulla terra o sull’asfalto non fa alcuna differenza – perché siamo nati camminatori, non sciatori. Camminare sulla neve con le ciaspole ha un significato che va al di là della mera prestazione sportiva: distende i pensieri, ti permette di ammirare ogni piccolo dettaglio del panorama, il silenzio, il rumore del passo che sprofonda nella neve, le chiacchiere con gli amici.