Giornata Nazionale degli Alberi: che cosa c’é da festeggiare?
Abbiamo appena elencato le qualità intrinseche dell’albero, quelle caratteristiche che oggi tutti noi conosciamo e che siamo abituati a leggere e rileggere in qualsiasi articolo, rivista, libro. Tutti sappiamo che gli alberi fanno bene alla nostra salute perché catturano CO2 e rilasciano ossigeno, ci riparano dalla calura estiva, aiutano a mitigare il dissesto idrogeologico: alcuni sono belli, anzi bellissimi, ammirarli fa bene a corpo ed anima ma nascondono, dentro di loro, segreti che spesso non sappiamo spiegare.
“C’era un momento, di solito verso la fine di agosto, in cui l’estate investiva gli alberi con una forza abbacinante e le fronde erano rigogliose, ma poi di colpo, da un giorno all’altro, diventavano stranamente immobili, come se attendessero qualcosa e ne fossero consapevoli. Gli alberi sapevano.”
[James Salter, Tutto quel che è la vita]
Che tipo di relazione abbiamo con gli alberi?
Siamo abituati a relazionarci con il prossimo in maniera quasi del tutto virtuale – chi più, chi meno – tramite dispositivi che consentono una connessione perenne con il mondo intero. Ceniamo con il cellulare a tavola, sempre pronti a rispondere, guardiamo foto, video, commentiamo qualsiasi cosa anche ciò che sta a migliaia di chilometri di distanza perché la tecnologia ci ha, in qualche modo, “avvicinati”, ha distrutto i confini permettendoci di avere accesso a quasi tutto, senza limiti. Siamo potenzialmente in grado di relazionarci con tutti ma, lo ripetiamo: che tipo di relazione abbiamo con gli alberi?
Costituiscono e costruiscono da secoli il paesaggio che vediamo e sfruttiamo, ci permettono di vivere in questo pianeta ma non li conosciamo ancora bene, non siamo stati ancora capaci di costruire una relazione sana con loro: spesso li percepiamo come essere privi di anima, personalità, sensibilità, forse più simili ad oggetti da tagliare, estirpare, riposizionare dove vogliamo a seconda del nostro gusto e dei nostri desideri. A volte, guardandoli, ci sentiamo addirittura delusi dal fatto che crescono più lentamente di come ci aspettavamo.