Faggio
- Chi è sempre presente
- Gli amanti degli animali
Suggestivo e imponente, il Faggio compare spesso nelle leggende popolari collegato a messaggi positivi. Particolarmente consigliato agli amanti degli animali perché è – per antonomasia – una delle specie più apprezzate dai nostri piccoli amici selvatici grazie ai suoi frutti commestibili (detti faggine o faggiole). Basti pensare che il suo stesso nome deriva dal greco “phagein” che significa “mangiare”, proprio perché è da sempre fonte di cibo per uomini e animali.
Nome scientifico: Fagus sylvatica
Nome comune: Faggio
Fa parte della famiglia delle Fagaceae, ovviamente. Si trova in molte regioni europee, ad eccezione dell’estremo nord e dell’Europa Orientale. Si tratta di un albero latifoglia di grandi dimensioni, con crescita molto lenta. è molto longevo, arrivando ad essere plurisecolare. Ha un fusto diritto poco rastremato e una corteccia liscia e sottile di color cenere, con striature orizzontali e spesso con macchie biancastre per la presenza di licheni. I frutti sono tossici per l’uomo, data la presenza di saponine. Molti uccelli ne sono invece ghiotti e rappresentano per loro un ottimo alimento invernale.
Anticamente si usavano le ceneri del suo legno per produrre unguenti. Il legno è un ottimo combustibile, spesso usato per i barbecue. Le sue foglie sono usate come foraggio per il bestiame. Dai suoi frutti si può ricavare un olio commestibile, era anche questo usato come combustibile.
Viene chiamato anche “albero della conoscenza” per le sue grandi dimensioni. È possibile giovare delle sue proprietà impiegandone le diverse parti: infatti sia la corteccia sottile che le gemme, i semi e le foglie sono ricchi di qualità, note già in tempi antichi. Ha proprietà astringenti, antisettiche, depurative e disinfettanti e per questo nei rimedi della nonna le foglie di faggio erano impiegate per alleviare scottature e irritazioni, così anche per sgonfiare gli orzaioli.
Caratteristiche che lo rendono unico
di CO2 catturata in un anno
altezza raggiungibile
aspettativa di vita massima